Che cos’è il Design Thinking?
Con il termine Design Thinking, originariamente, ci si riferiva all’insieme di tecniche e strumenti utilizzati da un designer nello sviluppare un progetto innovativo. In poche parole, del processo creativo con il quale si parte da un problema senza soluzione fino allo sviluppo di un’idea creativa che risponda al bisogno individuato.
Oggi, il termine indica in maniera più ampi un modello di gestione aziendale, adatto ad affrontare problemi complessi di cui non si sa se si possa trovare una soluzione.
Come funziona il Design Thinking?
La soluzione a cui si arriva utilizzando la metodologia del Design Thinking deve soddisfare 3 criteri fondamentali:
- Appetibilità da parte del mercato;
- Fattibilità tecnica, tecnologica e organizzativa;
- Capacità di produrre reddito.
Per arrivare a questo risultato, il Design Thinking è diviso in 5 fasi:
- Empathise: empatizza con i tuoi utenti
- Define: definisci i bisogni dei tuoi utenti, i loro problemi e le opportunità
- Ideate: genera idee e soluzioni innovative mettendo in discussioni le tue assunzioni
- Prototype: prototipa per iniziare a realizzare le tue soluzioni
- Test: metti alla prova le tue soluzioni testandole
Quali sono i vantaggi del Design Thinking?
Generalizzando, il Design Thinking è un approccio diverso e moderno, che aggiunge a quelli tradizionalmente utilizzato in un’azienda, una componente creativa e originale che può aiutare a raggiungere gli obiettivi prefissati più velocemente e con costi minori. Questa visione inventiva amplia la gamma di risorse e metodologia a disposizione dei project manager.
Inoltre, il Design Thinking è un modello applicabile in qualsiasi azienda che vuole migliorare le sue performance, a prescindere dalla sua dimensione, dal suo settore e dal suo fatturato. Viene usato come approccio in alcune tra le più grandi aziende del mondo, come da startup e PMI.
I motivi sono evidenti:
- migliora la capacità di prendere decisioni e la loro qualità;
- crea innovazione all’interno dell’azienda;
- riduce i costi e ottimizza i processi;
- favorisce un ambiente lavorativo positivo e proattivo;
- è eccezionale per il team building e per lo sviluppo di un sentimento di lealtà verso l’azienda.
Design Thinking: che cos’è l’Embedded?
Un modello di utilizzo del Design Thinking in azienda, è quello dell’EMBEDDED, che rende team di studenti, universitari o neolaureati, protagonisti del processo di innovazione.
Questo modello prevede infatti la costituzione di un team di giovanissimi professionisti che interagiscono e collaborano strettamente con un team di professionisti dell’impresa.
Il modello dell’EMBEDDED Design Thinking porta l’esperienza formativa informale degli studenti fuori dall’ambiente universitario e direttamente dentro gli spazi delle imprese. Si crea quindi un team di studenti laureandi e neolaureati da impiegare full-time, che interagiscono e collaborano strettamente con un team di senior selezionati dall’azienda partner.
Il progetto viene gestito da un Design Thinking senior coach, che agisce da soggetto catalizzatore dell’esperienza, abilitando gli studenti a esprimere il loro pieno potenziale di innovatori. In particolare si occupa di incontrare settimanalmente il team di studenti e senior per: facilitare il processo e definire le attività e i deliverable settimanali, introdurre gli strumenti e le attività di Design Thinking, supportare il team nella comprensione e adozione degli strumenti, sperimentare nuove strategie per adattare il Design Thinking alle circostanze e al contesto e aiutare e supportare costantemente il team nella collaborazione, supervisionando non solo l’aspetto metodologico e formativo ma anche le dinamiche di gruppo interne ed esterne.
Coopservice, così come tante altre realtà, ha deciso di intraprendere diversi Embedded al proprio interno, riguardanti molteplici tematiche, grazie alla collaborazione con l’università di Modena e Reggio Emilia, ottenendo ogni volta risultati al di sopra delle aspettative: in questi progetti viene utilizzato un modo innovativo di impiego degli studenti in team quali mediatori non giudicanti dei processi di innovazione.
Nelle esperienze effettuate gli studenti sono sempre riusciti ad entrare in empatia con i contesti più complessi, utilizzando la motivazione ad apprendere quale driver primario di ingaggio.
In questo modo, l’impiego degli studenti fa leva su questa caratteristica per instaurare una relazione mentor-mentee da parte dei professionisti con gli studenti che operano sui progetti.