La Generazione Z si affaccia al mondo del lavoro con un po’ di disincanto, perché spettatrice dei cambiamenti causati dalla crisi economica, ma non per questo meno determinata nell’affrontarlo.
La GenZ, ossia i nati tra il 1996 e il 2015, conta 3 milioni di giovani, numero inferiore rispetto ai Millennial, dai quali si differenziano per il rapporto instaurato con le nuove tecnologie.
Il profilo tracciato dalla ricerca condotta da Umana, con la collaborazione scientifica dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto G. Toniolo di Milano e Valore D, racconta una generazione (oggi tra i 20 e 24 anni) che sta compiendo il passaggio scuola-lavoro.
Quali sono le aspettative e l’atteggiamento rispetto al mondo del lavoro?
Impegno e valore al fattore umano
Alla domanda “Cos’è il lavoro per te?” gli Zeta hanno idee ben chiare. Il 93% afferma infatti che il lavoro deve essere adeguatamente remunerato, deve valorizzare il proprio saper essere e fare, e deve consentire di costruire il proprio futuro. I giovani riconoscono che nel lavoro va messo “impegno personale” (93%), ma considerano che le attività di “fatica e stress” potranno ridursi in un mondo del lavoro che dovrebbe valorizzare il fattore umano e ridurre con l’automazione le attività più pesanti, di routine e rischiose.
Armonia tra carriera e vita privata
Nel valutare l’offerta lavorativa la GenZ desidera un lavoro che appassioni e offra possibilità di crescere anche come carriera. Una condizione imprescindibile riguarda la coerenza con le proprie passioni e interessi (56,3%) e con la propria formazione. Gli intervistati hanno il desiderio di portare più vita nel lavoro, con una vera integrazione tra lavoro e passioni, interessi.
Creatività, interazione e gestione del cambiamento
Alla domanda “In base alle tue preferenze quale tipo di lavoro preferiresti (al di là di contratto e stipendio)?” la risposta che emerge riguarda l’importanza di avere a disposizione tempo per la propria realizzazione personale. Grande interesse ha tutto ciò che rende dinamico, sfidante e innovativo il lavoro (complessivamente 35,4%), inclusa la possibilità di viaggiare (15,9%), interagire e incontrare nuove persone (9,5%).
Titolo di studio e competenze per accedere al mondo del lavoro
Per la gran parte degli intervistati il titolo di studio rimane una condizione necessaria per trovare un lavoro oggi, anche se meno sufficiente. Per i giovani di oggi la capacità di adattarsi al cambiamento continuo (45%) e le competenze digitali restano tra le priorità mentre l’esperienza viene considerata meno rilevante rispetto a ciò che di nuovo possono portare. Tra gli Zeta under 25 che hanno trovato lavoro, si conferma il canale informale quello più utilizzato (verosimilmente in combinazione con altri): la segnalazione da parte di familiari o conoscenti si attesta sul 22,8%, seguita dall’iniziativa personale (16,5%).
“Gli Zeta sembrano riconoscere ed esser disposti a rafforzare gli atteggiamenti e le competenze coerenti sia con un mondo del lavoro in continuo cambiamento e con un impatto crescente delle nuove tecnologie, sia con le specificità che possono portare rispetto alle generazioni precedenti e rispetto ai coetanei degli altri Paesi”.
Push To Open: il primo programma di orientamento che parla soprattutto di lavoro
Push To Open è un percorso di orientamento al mondo delle università e del lavoro, che aiuta i ragazzi di quarta e quinta superiore a scegliere cosa fare dopo le scuole superiori grazie al dialogo con i professionisti delle più importanti aziende italiane e al confronto con migliaia di ragazzi da tutta Italia.
Progettato e sviluppato da Jointly, una società di grande esperienza nel campo delle risorse umane e del welfare aziendale, il programma vede coinvolte alcune delle più grandi aziende italiane che, come Jointly, condividono il credo che le imprese che generano valore debbano condividerlo con le persone che lavorano in azienda e con le comunità del loro territorioPer il terzo anno consecutivo Coopservice aderisce al programma “Adotta una classe”, un’operazione di valore condiviso tra l’azienda e le scuole che permette di migliorare l’employability dei giovani del territorio. I ragazzi di una classe IV dell’Istituto Calvino di Genova avranno la possibilità anche quest’anno di svolgere online il percorso (offerto da Coopservice) e di essere ospitati dall’azienda per l’hackathon, una sfida che consentirà ai ragazzi di esprimere le loro potenzialità creative e innovative sui temi della sostenibilità ambientale.