06.11.2019
Persone
GenZ nel mondo del lavoro

La Generazione Z si affaccia al mondo del lavoro con un po’ di disincanto, perché spettatrice dei cambiamenti causati dalla crisi economica, ma non per questo meno determinata nell’affrontarlo. 

La GenZ, ossia i nati tra il 1996 e il 2015, conta 3 milioni di giovani, numero inferiore rispetto ai Millennial, dai quali si differenziano per il rapporto instaurato con le nuove tecnologie.

Il profilo tracciato dalla ricerca condotta da Umana, con la collaborazione scientifica dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto G. Toniolo di Milano e Valore D, racconta una generazione (oggi tra i 20 e 24 anni) che sta compiendo il passaggio scuola-lavoro. 

Quali sono le aspettative e l’atteggiamento rispetto al mondo del lavoro?

Impegno e valore al fattore umano

Alla domanda “Cos’è il lavoro per te?” gli Zeta hanno idee ben chiare. Il 93% afferma infatti che il lavoro deve essere adeguatamente remunerato, deve valorizzare il proprio saper essere e fare, e deve consentire di costruire il proprio futuro. I giovani riconoscono che nel lavoro va messo “impegno personale” (93%), ma considerano che le attività di “fatica e stress” potranno ridursi in un mondo del lavoro che dovrebbe valorizzare il fattore umano e ridurre con l’automazione le attività più pesanti, di routine e rischiose.

Armonia tra carriera e vita privata 

Nel valutare l’offerta lavorativa la GenZ desidera un lavoro che appassioni e offra possibilità di crescere anche come carriera. Una condizione imprescindibile riguarda la coerenza con le proprie passioni e interessi (56,3%) e con la propria formazione. Gli intervistati hanno il desiderio di portare più vita nel lavoro, con una vera integrazione tra lavoro e passioni, interessi.

Creatività, interazione e gestione del cambiamento

Alla domanda “In base alle tue preferenze quale tipo di lavoro preferiresti (al di là di contratto e stipendio)?” la risposta che emerge riguarda l’importanza di avere a disposizione tempo per la propria realizzazione personale. Grande interesse ha tutto ciò che rende dinamico, sfidante e innovativo il lavoro (complessivamente 35,4%), inclusa la possibilità di viaggiare (15,9%), interagire e incontrare nuove persone (9,5%).

Titolo di studio e competenze per accedere al mondo del lavoro

Per la gran parte degli intervistati il titolo di studio rimane una condizione necessaria per trovare un lavoro oggi, anche se meno sufficiente. Per i giovani di oggi la capacità di adattarsi al cambiamento continuo (45%) e le competenze digitali restano tra le priorità mentre l’esperienza viene considerata meno rilevante rispetto a ciò che di nuovo possono portare. Tra gli Zeta under 25 che hanno trovato lavoro, si conferma il canale informale quello più utilizzato (verosimilmente in combinazione con altri): la segnalazione da parte di familiari o conoscenti si attesta sul 22,8%, seguita dall’iniziativa personale (16,5%).

“Gli Zeta sembrano riconoscere ed esser disposti a rafforzare gli atteggiamenti e le competenze coerenti sia con un mondo del lavoro in continuo cambiamento e con un impatto crescente delle nuove tecnologie, sia con le specificità che possono portare rispetto alle generazioni precedenti e rispetto ai coetanei degli altri Paesi”. 

Push To Open: il primo programma di orientamento che parla soprattutto di lavoro

Push To Open è un percorso di orientamento al mondo delle università e del lavoro, che aiuta i ragazzi di quarta e quinta superiore a scegliere cosa fare dopo le scuole superiori grazie al dialogo con i professionisti delle più importanti aziende italiane e al confronto con migliaia di ragazzi da tutta Italia.

Progettato e sviluppato da Jointly, una società di grande esperienza nel campo delle risorse umane e del welfare aziendale, il programma vede coinvolte alcune delle più grandi aziende italiane che, come Jointly, condividono il credo che le imprese che generano valore debbano condividerlo con le persone che lavorano in azienda e con le comunità del loro territorioPer il terzo anno consecutivo Coopservice aderisce al programma “Adotta una classe”, un’operazione di valore condiviso tra l’azienda e le scuole che permette di migliorare l’employability dei giovani del territorio. I ragazzi di una classe IV dell’Istituto Calvino di Genova avranno la possibilità anche quest’anno di svolgere online il percorso (offerto da Coopservice) e di essere ospitati dall’azienda per l’hackathon, una sfida che consentirà ai ragazzi di esprimere le loro potenzialità creative e innovative sui temi della sostenibilità ambientale.

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Oltre al generation mix un’altra conseguenza dell’allungamento dell’età lavorativa è la necessità di gestire le mutate condizioni biologiche delle lavoratrici
Perché un’azienda dovrebbe seriamente considerare l’impatto che la menopausa può avere sulle donne che vi lavorano, ponendola come parte integrante delle proprie politiche di ESG ed in particolare dei programmi di Diversity & Inclusion? La risposta è molto semplice e difficile da confutare: con l’allungamento dell’età pensionabile le donne lavoratrici over 50 permangono al lavoro per un numero superiore di anni, affrontando quindi per un tempo più lungo le conseguenze connesse alla menopausa. Attivare iniziative specifiche a sostegno di questa condizione contribuisce, pertanto, alla salute delle dipendenti e, più in generale, alla creazione di un ambiente di lavoro positivo e produttivo. Menopausa e andropausa non devono essere considerati dei tabù e nemmeno sottovalutati, inducendo le aziende ad attivarsi per offrire iniziative di welfare e benessere organizzativo diversificate in relazione all’età.
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Si tratta della norma internazionale che delinea un framework Diversity & Inclusion nell’ambito della gestione delle risorse umane, fornendo una serie di linee guida e di best practice per creare un ambiente di lavoro più equo e inclusivo attraverso la valorizzazione delle differenze individuali di ogni lavoratore. Per Coopservice l’adesione ai valori e agli standard DEI, ai quali è dedicata una specifica funzione manageriale, è legata in modo inscindibile alla propria natura cooperativa e alle caratteristiche della forza lavoro: su 13.000 persone occupate il 62% sono donne e circa 1.000 hanno meno di 30 anni. Il 10% ha cittadinanza straniera e quasi il 30% è nato fuori dall’Italia con provenienza da 108 Paesi diversi.