Secondo un’indagine dell’Osservatorio del Politecnico di Milano “Nel 2018 gli Smart Worker – quei lavoratori dipendenti che godono di flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro, disponendo di strumenti digitali adatti a lavorare in mobilità – sono ormai 480mila, in crescita del 20%, e si ritengono più soddisfatti dei lavoratori tradizionali sia per l’organizzazione del lavoro (39% contro il 18%) che nelle relazioni con colleghi e superiori (40% contro il 23%)”, dice la ricerca.
Il 56% del campione intervistato, ovvero 1 impresa su 2, ha avviato progetti strutturati di Smart Working, adottando modelli di lavoro che introducono flessibilità di luogo, orario e promuovendo la responsabilizzazione sui risultati.
Anche la Pubblica Amministrazione, grazie alla riforma Madia, compie i primi passi verso il cambiamento promuovendo per i propri dipendenti una modalità di lavoro più flessibile:
- l’8% degli enti pubblici ha avviato progetti strutturati di Smart Working .
- un 1% lo ha fatto in modo informale, un altro 8% prevede iniziative il prossimo anno.
- per il 36% delle Pubbliche Amministrazioni lo Smart Working è assente ma di probabile introduzione, nel 38% incerta, il 7% non è interessata.
Tuttavia è ancora elevato il numero di realtà che si dichiarano completamente disinteressate all’introduzione di questo nuovo modo di lavorare (38%).
Perché un dipendente sceglie lo smart Working? Le necessità sono molteplici, ma tra le motivazioni principali troviamo:
- bilanciare meglio vita lavorativa e vita privata;
- la possibilità di lavorare da casa;
- avere orari di lavoro flessibili.
Il lavoro agile non si riduce solo a questo, si tratta di un nuova modalità di lavoro che allontana la visione tradizionale, a favore di un nuovo approccio. Per far sì che lo smart working generi i benefici attesi è necessario un cambiamento culturale da entrambe le parti:
- il lavoratore chiamato a lavorare da remoto deve saper organizzare le proprie attività, stabilire le priorità, organizzare l’agenda e pianificare per non perdere di vista gli obiettivi lavorativi accordati.
- La trasparenza comunicativa e la condivisione sono due elementi basilari per lo smart working, con lo scopo di definire gli obiettivi e valutare i risultati
- Automotivazione e responsabilità rappresentano due punti fondamentali per il lavoratore agile.
Non si tratta quindi di offrire la possibilità al lavoratore di lavorare da casa qualche giorno a settimana, ma di creare un nuovo metodo di lavoro basato sulla soddisfazione personale, sulla fiducia e sulla trasparenza.
I vantaggi dello Smart Working
“I benefici economico-sociali potenziali dell’adozione di modelli di lavoro agile sono enormi – dice Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working.
I numeri parlano chiaro, è possibile stimare:
- 15% di incremento di produttività per lavoratore,
- 20% di riduzione del tasso di assenteismo,
- 30% di risparmi sui costi di gestione degli spazi fisici,
- un miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata per circa l’80% dei lavoratori.
Tutti buoni motivi che devono spingere le aziende a non fermare questa rivoluzione ma a promuovere la diffusione.
Le criticità di chi fa Smart Working
Anche il nuovo paradigma non esclude criticità, secondo l’Osservatorio Smart Working:
- il 18% degli intervistati percepisce un senso di isolamento circa le dinamiche dell’ufficio (18%),
- il 16% lamenta un maggiore sforzo di programmazione delle attività e di gestione delle urgenze
- il 13% necessità di frequenti interazioni di persona
- l’11% afferma di avere difficoltà nel comunicare e collaborare virtualmente.
Tuttavia, una buona percentuale (14%) di lavoratori agili non percepisce alcuna criticità.
Il lavoro agile in Coopservice
La qualità della vita dei dipendenti incide in modo rilevante sulle performance aziendali. Coopservice è da sempre attenta alle esigenze dei propri soci e lavoratori, in una continua ricerca dell’equilibrio tra gli obiettivi aziendali e il benessere dei dipendenti. Per questo motivo ha avviato un processo di innovazione volto al miglioramento della produzione attraverso l’introduzione di una nuova modalità di gestione e un piano strategico composto da una serie di azioni concrete che toccano diversi ambiti all’interno dell’organizzazione.
Attraverso lo strumento di rivelazione della People Satisfaction Coopservice raccoglie informazioni sulla conoscenza, la diffusione e la condivisione dei valori Coopservice tra i lavoratori. Considerando il grande numero di lavoratori in forza e la dispersione sul territorio nazionale, la metodologia di rilevazione prevede l’individuazione di un campione rappresentativo e la successiva somministrazione del questionario. Dall’elaborazione dei dati emerge che il 91% dei lavoratori si dichiara contento di lavorare in azienda. Non mancano i suggerimenti su aspetti da migliorare, i lavoratori hanno sottolineato diverse necessità tra cui: maggior inclusione, innovazione produttiva, valorizzazione delle competenze. Tutte indicazioni recepite dall’azienda e previste nel nuovo piano strategico.