L’importanza della salvaguardia degli ecosistemi
A fronte di un mondo che rischia di andare in direzione opposta rispetto al raziocinio e alle necessità, assumono un crescente significato anche le piccole iniziative sul territorio che si fanno carico di promuovere la sfida che dovrebbe unire tutta l’umanità del Pianeta, quella contro il cambiamento climatico.
Il progetto di ripopolamento del territorio e dell’ambiente con api da miele che Coopservice lancia in occasione della Giornata della Donna 2022 vuole rappresentare un’occasione di sensibilizzazione, ma anche un concreto contributo alla salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi, ovvero delle condizioni che rendono possibili la vita sulla Terra.
Il global warming non aspetta
Prima la pandemia e ora l’inaudito conflitto bellico in Ucraina finiscono inevitabilmente per allontanare l’attenzione dalla partita vitale che ci attende per la salvezza del pianeta e la sopravvivenza della specie umana.
Il che rende, se possibile, ancora più spaventosamente insensato ciò che sta accadendo.
E proprio mentre iniziava l’operazione militare sul suolo ucraino, a non molta distanza (Berlino) l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC, l’organismo dell’Onu che si occupa specificamente dei cambiamenti climatici) presentava il suo ultimo rapporto lanciando l’ennesimo, accorato allarme sulle conseguenze in atto.
“Un terribile avvertimento sulle conseguenze dell'inazione", nella definizione di Hoesung Lee, presidente dell'IPCC.
Tutelando la biodiversità difendiamo il Pianeta e… la nostra salute
Un’emergenza climatica sempre più grave, alla cui radice sta la necessità di tutelare la biodiversità e la pluralità degli ecosistemi: aria, oceani, mari, laghi, fiumi, foreste, deserti, monti, paesaggi rurali, ovvero tutto ciò che ospita le miriadi di forme viventi sulla Terra.
Svolgendo una funzione insostituibile per l’assorbimento di anidride carbonica e la regolazione del clima, la biodiversità è la nostra migliore alleata contro il surriscaldamento globale.
Così come, giusto per non dimenticare che siamo ancora alle prese con una pandemia, va ricordato che la difesa degli equilibri naturali rappresenta anche la nostra più efficace assicurazione sulla salute.
Le api sono produttrici di biodiversità
“Quando la biodiversità ha un problema, l’umanità ha un problema”, si legge nella documentazione della Convention on biological diversity, e il caso delle api ne rappresenta un importantissimo esempio.
Talmente importante da spingere le Nazioni Unite a varare il World Bee Day, la Giornata mondiali delle api che si celebra ogni anno il 20 maggio.
Le api sono i principali agenti impollinatori del pianeta: trasferendo il polline dalla parte maschile a quella femminile dei fiori permettono la fecondazione, con la generazione di semi e frutti, e la riproduzione delle piante.
Le api sono alla base delle catene alimentari
È stato calcolato che oltre il 75% delle colture alimentari che producono il 90% del cibo mondiale dipendono, per resa e qualità, dall’impollinazione garantita dalle api e da altri impollinatori.
Mentre un terzo della produzione alimentare mondiale dipende direttamente dalle api.
Un patrimonio messo a rischio dai cambiamenti climatici, dall’agricoltura intensiva, dai pesticidi, dall’inquinamento: oggi il numero di queste insostituibili operatrici dell’alimentazione e della riproduzione degli ecosistemi sta diminuendo in modo allarmante.
Un pericolo letale, anticipato in tempi non sospetti da una celebre profezia di Albert Einstein secondo cui “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’umanità non resterebbero che quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente piante, niente alberi, niente esseri umani”.
Un insostituibile insetto a rischio di scomparsa
Il rapporto IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) del 2015 afferma che quasi il 10% delle api è a rischio e circa il 5% di esse è probabilmente già in via di estinzione.
Se il trend attuale non dovesse cambiare, le proiezioni prevedono la scomparsa del 40% degli insetti entro qualche decina di anni. Per la loro sparizione ovviamente non soffrirebbe solo la nostra alimentazione, ma anche quella di molte specie animali, a partire da quelle che si nutrono di bacche e frutti e dai loro predatori, con un effetto a cascata su tutta la catena alimentare.
Allo stato attuale, gli effetti dell’inquinamento e del global warming stanno incidendo soprattutto sulle api da miele (o api mellifere) che, se non sostenute dall’attività di un apicoltore, sono in forte difficoltà nel sopravvivere.