Il ritorno delle arnie colorate di Coopservice, il PTE e la battaglia decisiva per salvare la biodiversità
La Giornata Mondiale delle Api è l’occasione per ricordare che la salvezza del Pianeta passa per la tutela degli ecosistemi naturali, sesto degli 8 punti del Piano di Transizione Ecologica del nostro Paese
L’ultima ecatombe di api (tra quelle rivelate)
La notizia è di qualche giorno fa. A Montegrotto Terme due aziende apicole hanno denunciato una moria di api nei campi di colza: almeno 100mila nell’ultimo mese. Un’autentica strage che secondo le analisi dell’azienda sanitaria locale è stata provocata dall’uso di un insetticida particolarmente efficace nel combattere la cimice asiatica, uno dei nuovi nemici delle coltivazioni portato in dote dal cambiamento climatico. Eppure, utilizzando un principio attivo altamente tossico per gli artropodi, le istruzioni d’uso del prodotto in questione riportavano chiaramente che “per proteggere le api e gli altri insetti impollinatori non va applicato alle colture al momento della fioritura”. Prescrizione primaverile che evidentemente chi coltiva i campi non ha seguito.
Gli insetti impollinatori sono indispensabili alla biodiversità
Non si tratta però purtroppo di un caso isolato. Per un episodio venuto alla luce, infatti, ve ne sono innumerevoli altri che passano sotto silenzio, considerato che l’allarme sullo stato di salute delle api è ormai da tempo sotto la lente di diverse agenzie internazionali. Già nel 2015 l’annuale rapporto IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) affermava che quasi il 10% delle api era a rischio e circa il 5% di esse è probabilmente già in via di estinzione. Questione non di poco conto in quanto si dà il caso che gli insetti impollinatori siano una irrinunciabile componente di uno dei più potenti antidoti contro il cambiamento climatico: la tutela della biodiversità e degli ecosistemi.
La profezia di Einstein: no api, no vita
Le api, in particolare, sono i principali agenti impollinatori del pianeta: trasferendo il polline dalla parte maschile a quella femminile dei fiori permettono la fecondazione e quindi la riproduzione delle piante. E ciò è tanto vero che è stato calcolato che oltre il 75% delle colture alimentari che producono il 90% del cibo mondiale dipendono, per resa e qualità, dall’impollinazione garantita dalle api e da altri impollinatori. Mentre un terzo della produzione alimentare mondiale dipende direttamente dalle api. Si capisce allora il senso della celebre profezia di Albert Einstein secondo cui “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’umanità non resterebbero che quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente piante, niente alberi, niente esseri umani”.
Il riconoscimento del mondo per le api: il World Bee Day
Creare problemi alla vita delle api significa dunque minacciare la biodiversità, e conseguentemente la vita sulla terra. “Quando la biodiversità ha un problema, l’umanità ha un problema”, si legge nella documentazione della Convention on biological diversity dell’Onu e lo stato di salute del prezioso invertebrato ne fornisce un importantissimo indicatore. Talmente importante da spingere le Nazioni Unite a varare il World Bee Day, la Giornata mondiale delle api che si celebra ogni anno il 20 maggio. E a motivare un’azienda che fa della sostenibilità una componente irrinunciabile della propria identità e del proprio purpose, qual è Coopservice, nel varare un progetto di ripopolamento delle api da miele che entra, con la primavera 2023, nel suo secondo anno di vita.
Dipendenti Coopservice e loro familiari in visita didattica alle arnie collocate nelle aree limitrofe alla sede di Reggio Emilia - Luglio 2022
Le arnie colorate di Coopservice per le api e la biodiversità
Le casine colorate poste su un’area limitrofa al grande parcheggio ‘green’ della sede centrale di Reggio Emilia, oltre che la curiosità (e l’affetto) dei dipendenti e degli ospiti, hanno suscitato un notevole interesse durante l’ultima edizione della kermesse ecologica Ecomondo, con 1.600 visitatori che hanno espresso la preferenza a ‘Save the Bees’ tra tutti gli eco-progetti aziendali presentati. Terminata la stagione fredda, negli scorsi giorni i promotori apicoltori di Opus Apis hanno riposizionato le arnie nello spazio loro dedicato che, confinante con terreni agricoli e adiacente a sorgenti di acqua e coperture di alberi, assicura un habitat ideale per l’operosità degli insetti. A breve, partiranno anche i lavori per la realizzazione di un parco fotovoltaico per una potenza di 500 kWp che verrà installato a copertura di 158 parcheggi adiacenti alla sede principale di Coopservice. L’impianto è parte integrante della strategia di decarbonizzazione dell’azienda e porterà alla sostituzione delle attuali caldaie a gas con pompe di calore raggiungendo una maggiore efficienza energetica e una riduzione dei costi energetici e dell’impatto ambientale.
L’impegno di Coopservice per la biodiversità si allarga alle foreste marine
Ma le iniziative di Coopservice a sostegno della partita decisiva della biodiversità non si fermano alle arnie colorate di Reggio Emilia, trovando compimento nelle collaborazioni intessute negli anni con il WWF, con Greenpeace, con l’Instituto Terra di Sebastiao Salgado in Amazzonia, per arrivare al piano (di prossima presentazione) di riforestazione marina promosso da Worldrise Onlus e ZeroCO2. Si tratta del ripristino di praterie di Posidonia oceanica, una pianta che riveste un ruolo fondamentale nel garantire la biodiversità del Mar Mediterraneo e che, come tutti gli ecosistemi vegetali marini, con il suo lavoro di fotosintesi clorofilliana é estremamente efficiente nella mitigazione dell’acidificazione delle acque e nello stoccaggio di carbonio, oltre a dare protezione a numerose specie marine che così possono riprodursi e prosperare.
Alcuni dei dipendenti Coopservice che hanno partecipato alla visita guidata con gli esperti apicoltori di Opus Apis
La tutela della biodiversità è uno dei punti fondanti del PTE nazionale
L’impegno di Coopservice si colloca pienamente nell’alveo delle più recenti politiche italiane ed europee. In particolare, la decisiva importanza delle azioni a tutela della biodiversità trova riscontro quale sesto degli otto macro-obiettivi in cui si articola il Piano Nazionale per la Transizione Ecologica, il quale afferma che “l’erosione della biodiversità costituisce un rischio per l’ambiente e la nostra specie altrettanto serio del cambiamento climatico e dell’inquinamento, con il quale peraltro interagisce”. Per questo il Piano prevede che il mantenimento e il recupero del capitale naturale e dei servizi ecosistemici (aree protette, boschi e foreste, territori marini) sia un obiettivo del tutto prioritario “anche laddove questi appaiono come compromessi”.
I 3 principali canali di intervento per la protezione degli ecosistemi
Ecco allora che sono 3 gli ambiti di azione materialmente individuati nel Piano nazionale:
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il potenziamento e l’estensione delle Aree Protette, con passaggio dal 10,5 al 30% del territorio nazionale:
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il ripristino degli ecosistemi degradati con interventi di rinaturalizzazione e soluzioni ‘nature based’ su ambiti fluviali, zone umide, ambiti costieri e città;
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investimento in tecnologie digitali per il continuo monitoraggio su habitat di particolare delicatezza e stato delle specie a rischio, a partire dai parchi nazionali e dalle aree marine protette.
Le parole d’ordine del PTE: rinaturalizzazione e riforestazione
In particolare, il PTE si concentra sugli interventi di rinaturalizzazione per il ripristino degli ecosistemi degradati, prevedendo il rafforzamento della biodiversità nelle 14 aree metropolitane attraverso un gigantesco programma di forestazione urbana da attuarsi con la piantumazione di 6,6 milioni di alberi. Proprio le riforestazioni e i rimboschimenti fanno la parte del leone degli investimenti previsti, partendo dalla constatazione che già oggi le foreste coprono il 40% della superficie del Paese contribuendo così, in modo cruciale, alla decarbonizzazione e allo stato della biodiversità. È essenziale, pertanto, promuoverne una tutela attiva attraverso forme di gestione sostenibile e una loro espansione in aree residuali e degradate, con la conseguente implicita valorizzazione del legname quale duraturo stoccaggio di carbonio. Anche i fiumi, a partire dal Po, verranno interessati da massicci interventi di rinaturalizzazione, per garantire la loro funzione essenziale di corridoi ecologici.