Non solo green: l’altro generatore di vita sul Pianeta
Il polmone blu della Terra. Ad oceani e mari dobbiamo la produzione di metà dell’ossigeno che respiriamo e l’assorbimento di un terzo dell’anidride carbonica in atmosfera. È quindi in continuità con un percorso da tempo intrapreso il nuovo impegno assunto da Coopservice e Servizi Italia a fianco di Worldrise Onlus e ZeroCO2 per il ripristino di praterie di Posidonia oceanica nel mar Mediterraneo. Un intervento che ‘chiude il cerchio’ delle iniziative a sostegno dell’ambiente e degli ecosistemi che ha visto negli anni Coopservice, sottoscrittrice del ‘Manifesto per il nuovo Green Deal’, avviare collaborazioni con il WWF, con Greenpeace e con l’Instituto Terra di Sebastiao Salgado in Amazzonia.
Alle consolidate iniziative green ora Coopservice e Servizi Italia aggiungono l’impegno ‘blu’
Il riconoscimento dell’insostituibile apporto vitale dei mari, dunque, è la nuova frontiera del pluriennale impegno ecologico di due aziende che hanno buona parte delle proprie sedi operative lontane dalle coste ma che, nel caso di Coopservice, vedono anche una importante presenza sul territorio della Sardegna (1.652 dipendenti al 31 dicembre 2022, circa il 10% del totale). E proprio nell’isola si concentra, per il secondo anno, il progetto di Worldrise Onlus e ZeroCO2 per la messa a dimora di ulteriori 2.500 piantine di Posidonia oceanica a Golfo Aranci, gioiello della costa nord-orientale, per ripristinare altri 100 metri quadri di prateria sottomarina. Coopservice e Servizi Italia hanno ‘adottato’ circa un quinto dell’intervisto previsto per il 2023, con l’impiantazione di 500 talee su una superficie di circa 20 mq.
Le 3 grandi funzioni della Posidonia oceanica: 1. Vita
Perché la Posidonia? Prima di tutto perché è una pianta, e non un’alga come erroneamente molti pensano. Essendo una pianta a tutti gli effetti, con radici-fusto-foglie, svolge una serie di funzioni fondamentali per la vita e la salvaguardia della biodiversità. Tra le piante marine mediterranee, la Posidonia è la più efficace nella fissazione e nello stoccaggio del carbonio. Proprio come le piante terrestri, compiendo la fotosintesi clorofilliana, assorbe anidride carbonica e produce ossigeno. E giova a questo proposito sottolineare come si tratti di una funzione per niente marginale perché i serbatoi di carbonio dei sistemi costieri (quali mangrovie, paludi e, appunto, praterie di posidonia) possono contenere fino a cinque volte il carbonio immagazzinato nelle foreste tropicali. E, ogni giorno, 1 metro quadro di Posidonia può generare fino a 20 litri di ossigeno. Ecco allora che i 20 mq, impiantati grazie a Coopservice e Servizi Italia, saranno in grado di assorbire CO2, contrastando il riscaldamento globale, e di immettere 146.000 litri di ossigeno ogni anno a beneficio dell’intero ecosistema.
Le 3 grandi funzioni della Posidonia oceanica: 2. Biodiversità
Ma la Posidonia è anche salvaguardia della biodiversità e dell’habitat, perché un ettaro di prateria è in grado di ospitare fino a 350 specie differenti di fauna marina. Tra le sue foglie nastriformi, infatti, le specie depongono le uova e si rifugiano per sfuggire ai predatori, consentendo condizioni di sopravvivenza per gli elementi più fragili. “Mi piace definire la Posidonia come l’asilo nido del Mediterraneo – sorride la presidente e co-fondatrice di Worldrise onlus Mariasole Bianco – Tra le sue foglie centinaia di specie marine trascorrono in sicurezza le prime fasi della vita”. Non sfugga il riferimento al Mediterraneo, poiché nonostante l’appellativo di ‘oceanica’ si tratta di una pianta che cresce esclusivamente nel Mare nostrum.
Le 3 grandi funzioni della Posidonia oceanica: 3. Protezione delle coste
Ma non è tutto. Oltre che generatrice di vita e protettrice della biodiversità, la Posidonia assicura un altro preziosissimo servizio ai sistemi costieri con ricadute di preservazione ambientale ed economica. Le praterie rallentano, infatti, l’azione distruttrice delle correnti e soprattutto le foglie strappate dall’impeto delle onde al fondo marino si depositano sui litorali durante il periodo invernale prevenendone l’erosione. “Pensiamo ad una sorta di coperta che protegge le spiagge dalle mareggiate – spiega Mariasole Bianco – svolgendo così un gigantesco servizio anche per conto dei Comuni costieri, che altrimenti dovrebbero spendere milioni di euro per il ripristino delle rive”. Si stima che ogni anno 1 mq di Posidonia che regredisce causa l’erosione di 15 m di litorale sabbioso con una perdita economica per i comuni, e quindi per noi cittadini, che può aggirarsi tra i 39.000€ e gli 89.000€.
La Posidonia oceanica è in pericolo
Ma per quale specifico motivo nasce il progetto di riforestazione marina a cui hanno aderito Coopservice e Servizi Italia? Perché ora che abbiamo capito le tante funzioni utili svolte dalla Posidonia si pone un problema: negli ultimi 50 anni a causa del progressivo peggioramento delle condizioni dell’ambiente circa il 36% della superficie complessiva delle praterie nel Mediterraneo è andata perduta. “Dunque – è l’appassionato appello di Mariasole Bianco – occorre lavorare insieme alle istituzioni e ad aziende sensibili per ripristinare quegli ecosistemi che rappresentano l’unica possibilità di recupero della piena salute del mar Mediterraneo, a beneficio delle future generazioni”.
Un’opera di riforestazione 100% naturale
La riforestazione marina è molto più complessa di quella terrestre, ma la scelta di Worldrise Onlus e di ZeroCO2 è di azzerare l’impatto ambientale in ogni fase. Per questo, le piantine utilizzate sono esclusivamente quelle che vanno a depositarsi in modo naturale sulle spiagge dopo le mareggiate: dopo la raccolta vengono accuratamente ripulite e, se idonee, ripiantate sul fondo marino, ‘incasellate’ in stuoie di fibra di cocco che, una volta stabilizzate, si biodegradano progressivamente. Un sistema completamente ‘pulito’ che le due associazioni contano di utilizzare per incrementare ogni anno di 100 metri quadri le praterie acquatiche di Golfo Aranci, un ecosistema unico e protetto, nel quale le piantine di Posidonia hanno attecchito e sono cresciute andando a riforestare le aree danneggiate dalle attività antropiche, come la pesca a strascico e l’ancoraggio indiscriminato. Un’esperienza di successo che le due associazioni stanno pensando come esportare in altre zone del Mediterraneo.
Un video per raccontare il valore del progetto
Per documentare il valore di questo importante progetto di ripristino dell’ecosistema marino, Coopservice e Servizi Italia, insieme a Worldrise Onlus e ZeroCO2, si sono recate a Golfo Aranci in Sardegna e hanno realizzato un video con le immagini del sito e del processo di piantumazione e il prezioso commento di Maria Sole Bianco.
Guarda il video a questi link:
VIMEO Video Progetto Posidonia
YOUTUBE Video Progetto Posidonia
La scommessa ‘blu’ del PNRR e del PTE
La partita del ripristino della salute dei mari e degli oceani è così decisiva nella battaglia contro il cambiamento climatico che le istituzioni di ogni ordine e grado costantemente inseriscono la tutela del pianeta blu in cima ai propri programmi di azione. Così è avvenuto per il nostro Paese, con il PNRR che vede la Missione 2 (‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’) ancorarsi alla ‘Tutela della risorsa idrica’ con esplicito riferimento al ‘Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini’. Previsione poi pienamente recepita dal Piano di Transizione Ecologica che proprio alla ‘Tutela e sviluppo del mare’ dedica il settimo degli 8 punti in cui si articola.
Mobilitazione totale per ridare salute ad un mare che soffre
Le coste e i mari che circondano l’Italia per uno sviluppo di circa 8.000 chilometri sono fra i luoghi più belli e ricchi di natura, ma anche affollati di turisti, importanti attività economiche e immancabili pressioni ambientali. Secondo la FAO, il mar Mediterraneo è il più sovrasfruttato al mondo. La temperatura superficiale delle sue acque ha raggiunto recentemente il massimo storico di 31°C ed in alcune aree la concentrazione di microplastiche si avvicina ai 10 kg per km quadrato. Senza parlare poi del problema dell’acidificazione che minaccia seriamente gli ecosistemi marini.
Nelle relazioni che accompagnano il Piano di Transizione Ecologica si documenta che ad oggi la situazione del Mediterraneo è caratterizzata da uno stato critico soprattutto a causa degli impatti di natura climatica (riscaldamento ed eventi estremi), del depauperamento delle risorse ittiche e dell’inquinamento generato da un traffico marittimo troppo intenso (il 25% dei trasporti mondiali di idrocarburi interessa il nostro mare). Per questo il PTE prevede:
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l’estensione delle aree marine protette fino al 30% delle acque nazionali (attualmente è il 19%);
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misure per la tutela della biodiversità, degli ecosistemi e delle specie sensibili attraverso piani di ripristino e salvaguardia della qualità delle acque e dei fondali;
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rafforzamento del contrasto alle attività illecite di pesca e sviluppo di misure per uno sfruttamento sostenibile delle risorse secondo i criteri sostenibili di “crescita blu”.
Si tratta, con tutta evidenza, di programmi e piani di intervento del tutto in linea con il progetto a cui Coopservice e Servizi Italia hanno fornito un prezioso contributo.