L’88% delle aziende europee prevede di aumentare gli investimenti in innovazione. Il 60% delle imprese italiane non teme la perdita di posti di lavoro. Questo è quanto è emerso dall’indagine che ha coinvolto 760 aziende europee situate in 16 paesi e appartenenti a 20 diversi settori di attività.
Europa: centro di innovazione
Dall’indagine emerge un’ Europa centro di innovazione, lo confermano i 105.635 brevetti registrati nel 2017 dall’Ufficio Brevetti Europeo: una cifra record e il doppio rispetto a dieci anni fa.
In pole position troviamo però Stati Uniti e Asia forti in tecnologia informatica e comunicazione digitale. Per le aziende europee, quindi, la sfida cresce.
Quali sono di driver del cambiamento in Italia?
Secondo l’indagine di Deloitte:
- il 92% delle aziende vede nell’avvento delle nuove tecnologie la guida all’innovazione;
- l’86% è spinto ad innovare per rispondere alle esigenze di consumatori sempre più informati ed esigenti.
I settori più innovativi sono:
- beni di consumo (96%);
- tecnologia (94%);
- trasporti e logistica (92%).
Un driver importante è il cambiamento demografico che ispira l’innovazione nel 72% delle aziende, come evidenziato dall’88% delle realtà intervistate in Italia e dal 75% in Germania, due paesi con le popolazioni più vecchie al mondo.
Le principali tecnologie al servizio dell’innovazione
Le aziende intervistate hanno dichiarato che gli investimenti avanzati riguardano l’analisi dei dati (69%) e cloud computing (62%).
Molte organizzazioni affermano che nei prossimi anni dedicheranno l’investimento all’intelligenza artificiale (43%), secondo l’indagine Deloitte sarà una nota positiva per:
- due imprese su tre nel settore assicurativo;
- una su due nei settori di prodotti e servizi industriali, retail e tecnologia.
Il futuro dell’automazione robotica
Quale sarà il futuro dell’automazione robotica? L’indagine mostra un’Italia positiva e predisposta al cambiamento (60%). La maggior parte delle aziende intervistate ritiene, infatti, che le tecnologie avanzate non incideranno negativamente sulla forza lavoro in essere. Rimane, però, una fetta di aziende (23%) che ipotizza invece una diminuzione dei dipendenti per mano della tecnologia.
In futuro l’automazione robotica dei processi attrarrà il 36% degli investimenti e sarà importante sia per il settore bancario (45%) sia per quello della salute (50%), mentre le aziende di prodotti e servizi industriali (52%) come anche le imprese retail (50%) e tecnologiche (38%) investiranno ingenti capitali nella blockchain.
I maggiori ostacoli all’innovazione sono di natura culturale
È la resistenza culturale il principale ostacolo alla promozione dell’innovazione (dato individuato dal 34% delle aziende intervistate), i settori a risentirne di più:
- l’assicurativo (39%);
- il bancario e finanziario (36%);
- l’automotive (29%).
Secondo le aziende intervistate altri ostacoli riguardano temi quali:
- la sicurezza dei dati (30%);
- la mancanza di fornitori in grado di implementare soluzioni tecnologiche avanzate;
- la difficoltà di accesso a personale con competenze tecniche utili a innovare (32%);
- la mancanza di sostegno da parte del governo (22%).
Dalla ricerca Deloitte emerge che solo un’azienda su tre sfrutta appieno le opportunità che nascono dall’innovazione.
“Per creare valore ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione: a fianco delle nuove tecnologie servono competenze e un network aziendale che favorisca l’integrazione di nuovi sistemi e idee. Eppure i dati indicano che le aziende europee non si sono ancora rese conto dell’importanza degli ecosistemi per il loro futuro”, afferma Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte Central Mediterranean.